LUUK MAGAZINE: Rania Matar in mostra a Milano: donne attraverso l’obiettivo

Se all’estero il suo lavoro è già parte di importanti collezioni museali, oltre ad essere soggetto di diverse mostre, l’esposizione presso la C|E Contemporary di Milano è la prima in Italia: apre al pubblico fino al 28 febbraio “Rania Matar. From woman to woman: Becoming”.

A cura di Viana Conti con Christine Enrile, la personale raccoglie il frutto di una profonda riflessione sulla figura della donna, cifra caratteristica dell’artista.

Nata e cresciuta in Libano, Rania Matar è una fotografa tutta al femminile, già vincitrice del prestigioso Guggenheim Fellowship del 2018, il cui lavoro si focalizza su donne e bambine nate negli Stati Uniti e nel Medio Oriente. Il suo sguardo poetico si sofferma in particolar modo sulle fasi di nascita e rinascita dell’identità femminile, con un occhio universale che trascende i confini geografici e le differenze culturali andando a raccontare donne di tutto il mondo.

Essere donna è un universo da svelare, in continuo mutamento che transita dall’essere bambina, all’essere adolescente, poi adulta, per diventare talvolta anche madre; chi meglio di una donna, dunque, per raccontare questa complessità intersociale?

Quella di Rania Matar è una dolce irruzione nell’intimità di queste donne, negli spazi interni ed esterni della loro vita: ne cattura i sogni, le abitudini e il cambiamento.

La mostra meneghina è divisa in cinque sezioni tematiche. Si comincia con L’enfant femme, i cui scatti colgono il periodo della preadolescenza, quel momento delicato della crescita in cui si prende coscienza del proprio corpo nella tenerezza di un’accennata femminilità. Becoming, la seconda sezione, è il naturale proseguimento della serie precedente, in quanto mostra le stesse bambine ormai cresciute nello stesso luogo, nelle stesse pose, mostrandoci le sorprendenti differenze che solo pochi anni possono comportare. Unspoken conversation, indaga il dialogo e relazione non sempre facile tra madre e figlia, con scatti fortemente empatici che raccontano complicità e tensioni. Segue She, che immortala la cruda bellezza di essere donna in sguardi fieri diretti all’obiettivo carichi di femminilità, coscienza e incertezze. Infine Girl in her room rappresenta un dialogo tra giovani ragazze, a cominciare dalle figlie della stessa fotografa, e gli oggetti che le circondano.

Rania Matar offre attraverso i suoi scatti uno sguardo dolce e sincero, un tentativo di osservare e interpretare un universo meraviglioso di cui troppo spesso, anche le donne stesse, dimenticano il significato più profondo.

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