Jane McAdam Freud a Firenze

C|E Contemporary è lieta di presentare,

nel contesto del 7° Simposio Internazionale “Arte e Psicoanalisi”

Firenze dal 18 al 20 Maggio 2017

LA PRIVATE VIEW

in Via Ugo Foscolo 6 presso C2contemporanea FIRENZE

Venerdì 19 Maggio dalle 18.00 alle 22.30

l’artista sarà presente dalle 21.00

 la questione del perturbante in arte

a cura di Viana Conti e Christine Enrile

Mesh Head pair Jane DX

JANE McADAM FREUD

 

FIRENZE – C|E Contemporary Milano e C2contemporanea sono lieti di presentare nell’ambito del 7° Simposio Internazionale “Arte e Psicoanalisi”, l’evento La questione del perturbante in arte dell’artista Jane McAdam Freud a cura di Viana Conti e Christine Enrile. Prevista per l’occasione una mostra visitabile negli spazi della C2contemporanea in via Ugo Foscolo, durante le date del simposio, e una private view venerdì 19 maggio dalle ore 18.00 alle 22.30, a cui parteciperà Jane McAdam Freud dalle ore 21.00.

L’artista è infatti la figura di riferimento del ciclo tematico, ideato e promosso da C|E Contemporary, Arte e Perturbante – Art and the Uncanny, a cura di Viana Conti e Christine Enrile che intende ricondurre alla modalità in cui l’artista esprime una condizione emozionale non solo ambivalente, ma addirittura antitetica. Il Perturbante qui interviene come categoria estetica, sia essa visuale, musicale, concettuale, oggettuale, letteraria, performativa o filmica, analizzata nel suo dar adito ad un paradosso cognitivo. In tedesco il termine Heimlich, che significa familiare, intimo, si colora, nella sua perversione lessicale, del significato del suo opposto Unheimlich, che significa estraneo, non familiare. Viene a crearsi così uno stato di frizione destabilizzante, a livello di senso, già a partire dalla sua definizione, che riconduce, in tal modo, al territorio psichico del turbamento. L’accezione del termine Il Perturbante in Ernst Jensch, lo psichiatra tedesco che lo ha usato, nel 1906, per primo, va intesa come indecidibilità tra le categorie di animato e inanimato, con l’esito di una conseguente dissonanza interpretativa. Con Friedrich Schelling l’Unheimlich si identifica con l’affioramento di ciò che deve restare nascosto, con il ritorno del rimosso infantile. A partire dal racconto di E.T.A. Hoffmann Der Sandmann/L’uomo della sabbia (1815), il riferimento ai giocattoli e agli automi diventa immediato. Ineludibile un rimando a Walter Benjamin quando individua, nel legame che il bambino intrattiene con il giocattolo, lo stesso rapporto feticistico che lega il collezionista al suo oggetto di collezione. Al termine Perturbante accenna, una prima volta, Freud in Totem e Tabù nel 1912-1913, riprendendolo, nel 1919, nel suo noto saggio Das Unheimliche, tradotto in Italia con il titolo, appunto, di Il Perturbante. Nel tempo, sarà poi con il critico letterario Francesco Orlando, formatosi alla lezione freudiana, che Il Perturbante diventerà Il Sinistro. Il termine Spaesamento viene talvolta usato con una connotazione affine. Quando in un’opera d’arte affiorano icone, figure, simboli, trasalimenti, sensazioni, scene primarie, riscontrabili anche in un inconscio collettivo, allora è agli archetipi (urtümliches Bild), teorizzati nella psicologia analitica di Carl Gustav Jung, che è lecito riferirsi. Anche Guy Débord, mettendo in opera, con il détournement, una deriva estetico-percettiva, spezza linguisticamente i topoi della consuetudine e della convenzione, in ambito storico e contemporaneo, attuale e virtuale. Il ciclo espositivo, che viene, di volta in volta, documentato da una pubblicazione bilingue (italiano/inglese o tedesco) edizioni C|E Contemporary, è teso a individuare e analizzare, nell’apporto creativo di ogni artista e nella relativa soluzione estetica, giusto la scintilla scatenante quel cortocircuito interno e quella dissonanza cognitiva, che ingenerano, nell’opera, la condizione del suddetto turbamento.

L’approfondimento sulla tematica del Perturbante vuole focalizzare l’attenzione sul ciclo espositivo “Arte e Perturbante” ideato e promosso da C|E Contemporary che vede, oltre all’artista Jane McAdam Freud, coinvolti artisti italiani e stranieri quali Chantal Michel, Giuliano Galletta attualmente in mostra presso C|E Contemporary Milano con la personale Non Mi Fare Paura fino al 31 agosto, Mauro Ghiglione e il videoartista svizzero Peter Aerschmann.

Jane McAdam Freud pronipote di Sigmund e figlia di Lucien Freud, sviluppa nelle sue opere il concetto di Perturbante partendo proprio dal rapporto familiare con il bisnonno ed il padre. Un dialogo fra passato e presente, fra presenza e assenza che muove dallo studio di Freud “Freud’s Study Merge” espresso in opere quali il video “Dead or alive”, girato al Freud Museum di Londra che presenta una sovrapposizione significativa tra le antichità collezionate da Sigmund Freud durante la sua vita e le opere create dall’artista per arrivare agli autoritratti, realizzati con la rete metallica in dialogo con i ritratti di Sigmund per arrivare agli oggetti che erano presenti nello studio di Freud sostituiti nel video da oggetti di proprietà dell’artista: l’antico e il contemporaneo si fondono, si modificano, si compenetrano, si valorizzano. L’immagine diventa ambigua e crea una dissonanza: cosa è reale? cosa è attuale? in che dimensione temporale ci troviamo?

https://www.c2contemporanea2.com/c2/lo-spazio-c2/mostre-e-eventi-2/

 

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