“…L’image est une création pure de l’esprit. Elle ne peut naître d’une comparaisation
mais du rapprochement de deux réalités plus ou moins éloignées. Plus les rapports
entre les deux réalités seront lointains et justes, plus elle aura de puissance émotive
et de réalité poétique… Ce qui est grand ce n’est pas l’image- mais l’émotion qu’elle
provoque; si cette derniére est grand on estimera l’image à sa mesure…”
(Pierre Reverdy, 1918, in Alain Bergala, Écrits sur l’image)
Un percorso che raccoglie e rielabora i frammenti della grande esposizione presentata da HoperAperta nella Salerno Design Week 2025, trasformandoli in una narrazione nuova: una riflessione sull’arte di abitare e sul collezionismo come tensione infinita. Dipinti, fotografie, sculture e design dialogano in un habitat poetico, fatto di silenzi e imperfezioni, di memorie e di desideri.
Ringraziamenti a Confindustria Salerno, Stefania Rinaldi – Rinaldi Group, Giovanna Basile – Fratelli Basile Hebanon 1830, MT Plex, Lamberti Design, Julia Marmi, MB Pietre, Zeus, Andrea Schubert
Alfonso Femia, AF*Design
Il silenzio scandito da parole
Realizzazione: Lamberti Design
L’abitare si descrive per parametri spaziali e temporali per connessioni e disconnessioni, per l’isolamento e la contemplazione del proprio intorno e per la relazione con gli oggetti e le persone. Cosa rende stabile ed eterno l’abitare? Gli oggetti e il loro tempo nel silenzio scandito dalla ripetizione dei gesti. Gli oggetti che contaminano e che si aggiungano e il tempo che scorre tra un oggetto e quello successivo.
I nomi degli oggetti, il tempo che passa e lo spazio che li contiene e che diventa perimetro o recinto sono scenario di un abitare vorace, mai finito che esige di essere alimentato da altri oggetti e altri tempi. Una scenografia meta spaziale nei confini di una stanza, paradigma di una dimensione che si alimenta a un genogramma emozionale e artistico.
Un sistema spaziale classico, il volume di una stanza che si rifrange nello spazio vuoto oltre il suo confine. Il tempo nella stanza scandito dalle ore canoniche che si sovrascrivono alla grande divisione notte e giorno, buio, lluce e alle soglie d’ingresso e uscita alba e tramonto.
Le sette volte delle lodi a Dio sono tempo scandito da parole. Laudi, Terza, Sesta, Nona, Duodecima, Compieta, Notturno sono punti nello spazio che generano sistemi lineari disposti e connessi nello spazio. Tra Spazio, Parole e Tempo si creano connessioni, ma anche dimensioni infinite che possono contenere enne combinazioni di Spazio Parole e Tempo, variabili per misura e per riproducibili per parti. Il silenzio intercetta le vibrazioni delle parole che si rappresentano visivamente come onde sonore, perturbazioni che si propagano nel tempo e nello spazio.
Duccio Grassi, Duccio Grassi Architects
Lampada rituale domestica
Realizzazione: MT Plex
Da utilizzare al mattino molto presto in abbinamento al tavolo rituale domestico.
Maurizio Barberis
dal Giardino delle Delizie
L’irresistibile deriva dell’entropica figura Piranesiana, o della fuga nell’immagine. L’opera non è più definita dalla sua centralità. Esprime viceversa l’idea di una centralità diffusa, in uno spazio composto da più luoghi. Una sorta di Mandala, un tentativo di rappresentare nello spazio-tempo dell’immaginario eidetico le strutture di un fantasma collettivo legato alla nozione di rovina, un residuo, storicamente determinato, di gloriose epoche passate. Piranesiana, appunto. L’entropia come pratica di conoscenza fonda sull’immaginazione attiva, sull’invenzione, il processo di sintesi che coinvolge la Storia, un attore non più riconosciuto sulla scena dell’Arte. Invenzione del nuovo, attesa del non-conosciuto, o, viceversa, fondamento attraverso il passato, ribadendo il già noto?
Carmelo Zappulla
dal Giardino delle Delizie
Lacuna Urbis
Realizzazione: Julia Marmi, MB Pietre
La Casa del Silenzio Imperfetto diventa La Città del Silenzio Imperfetto, un luogo in cui l’accumulo di memorie, segni e frammenti crea un equilibrio instabile tra passato e presente, ordine e caos, autenticità e spettacolo.
La città raccoglie e accumula esperienze attraverso il turismo: ogni visitatore porta con sé uno sguardo, un’interpretazione, un frammento di vissuto che si aggiunge al suo tessuto narrativo. L’accumulo turistico, spesso percepito come una distorsione, potrebbe invece essere raccontato come parte integrante di questo desiderio di infinito che caratterizza il collezionismo. Così come il collezionista non smette mai di aggiungere pezzi alla sua collezione, la città non smette mai di trasformarsi. La città, come un luogo in cui la memoria personale e collettiva si sovrappone, un archivio urbano imperfetto, fatto di segni lasciati da chiunque la viva, anche solo per un giorno.
La città che è un museo a cielo aperto, dove ogni frammento racconta una storia, e dove il passato non è mai del tutto chiuso, ma stratificato nel presente. Il blocco di marmo fresato rappresenta il sovrapporsi di epoche: la natura della città, che è un palinsesto in continuo aggiornamento, e l’incompiutezza, come imperfezione, della città-collezione. Una parte del blocco potrebbe essere lasciata incompleta o grezza, per suggerire che la collezione non si ferma mai: ogni giorno nuovi frammenti vengono aggiunti, cancellati o dimenticati. Questa imperfezione evoca la tensione continua della città tra conservazione e trasformazione, tra la sua essenza e la sua proiezione verso il futuro.
Steve Piccolo
Sette pezzi facili
A COLLECTION OF IMPERFECT SILENCES
About 20 written phrases (the videos have no images, only words that fade in fade out, together with sounds of “silences” that also fade in and fade out). Each phrase appears on the screen for about 30 seconds.
Federica Marangoni
Sette pezzi facili
Don’t be Blue
Libro aperto in vetro colorato blu formato da due libri uniti. L’opera viene esposta con un’installazione di frammenti di canne di vetro di Murano. Courtesy CE Contemporary, Milano
Francesca Grassi
Sette pezzi facili
LOVELY
Una bottiglia con il corpo che evoca un cuore, la chiusura uno stiletto che lo “trafigge”. Il vetro trasparente, lavorato a Murano, rende ogni bottiglia nella sua estrema purezza un oggetto unico e prezioso. Può essere utilizzato per contenere del profumo, rendendo il gesto un rituale magico, o contenere anche liquidi colorati.
Bottiglia con chiusura a stiletto in vetro realizzato presso vetrerie di Murano (VE), pezzi unici.
Corpo in vetro soffiato a bocca e sagomato a mano libera.
Chiusura a stiletto lavorazione a mano in vetro pieno.
Maurizio Peregalli
Special Guest
courtesy Zeus Desig
Maurizio Peregalli è tra i soci fondatori di ZEUS, brand storico del design milanese, di cui oggi è CEO e direttore creativo. I primi pezzi progettati da Maurizio Peregalli si chiamano Tavolo, Sedia, Poltroncina, Savonarola, Panca e quindi già nel nome sottolineano il concetto di archetipo, di oggetto di riferimento da cui partire. Il segno nero, quasi grafico, volutamente privo di colore assume valore di essenzialità per dar vita a creazioni senza tempo che non seguono tendenze a breve termine ma sono progettate per valorizzare gli spazi abitativi e durare nel tempo.
Maurizio Peregalli da oltre 40 anni propone mobili minimalisti, risultato di una costante ricerca di semplicità, derivante dal suo rigore interiore e degli studi sulla cultura orientale, ma anche della sua attenzione all’utilizzo di materiali industriali, nonché al suo costante dialogo con artigiani italiani durante le fasi di realizzazione dei prodotto: saldatura, piegatura e altre finiture sono tutti realizzati a mano, per preservare l’artigianato nell’era della tecnologia.
Negli anni Maurizio Peregalli ha collaborato con diverse aziende, quali Giorgio Armani, Replay, Furla e Giglio Palermo per le quali ha progettato, ingegnerizzato e prodotto catene di negozi in Italia e all’estero. Da sempre è promotore di mostre ed iniziative culturali, realizzate presso lo ZEUS Design Store di Milano, volte a scoprire e far conoscere nuovi designer, artigiani e giovani produttori di tutto il mondo.
Casa Museo Bagatti Valsecchi, Milano
Dettaglio
stampa digitale su cartone telato
Eileen Gray
Dettagli della villa a Cap d’Antibes, prima del restauro
affreschi di Le Corbusier
stampa digitale su cartone telato
Joze Plecnick
Casa a Lubiana
dettagli di interni, stampa digitale su carta d’acquarello
Doriano Modenini
The Sun
cm 100×130 cad, 2024
Ispirato al “Teatro della Memoria” di Giulio Camillo. Esposto alla mostra Mimesis, Martina Franca 2024