Hella Kalkus | FLASH Luci e Ombre di un Backstage

INVITO HELLA-1

Hella Kalkus

FLASH

Luci e Ombre di un Backstage

con testo di Viana Conti

In occasione della Milano Fashion Week

dal 24 al 27 Settembre 2015

dalle 11.00 alle 18.00

Opening giovedì 24 settembre ore 18.00 – 22.00

ore19:30 introduzione alla mostra

La moda è come l’olio e non come il vino; invecchiando non migliora ma peggiora.

Nessuno crede che un abito si possa conservare in banca, in attesa che il suo valore aumenti.      

Gillo Dorfles, da La(nuova) moda della moda Costa&Nolan, collana I turbamenti dell’arte, 2008

 

La creatività ha sempre una radice nel sapere dell’altro,

è il miglioramento di qualcosa che c’è già.  

Elio Fiorucci

 

Chi è Hella Kalkus? Forse sarebbe più corretto dire: chi sono le due Hella Kalkus che convivono in uno stesso soggetto creativo? Nata a Brema, città dove avviene la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti, nel settore del Fashion Design, si trasferisce successivamente a Milano, città italiana della Moda per eccellenza, in cui prosegue gli studi artistici all’Accademia di Brera. Se la sua carta da visita la presenta come Fashion Correspondent and Stylist, la sua sensibilità, la qualità del suo sguardo, la capacità di percepire emotivamente, risolvere concettualmente e comunicare formalmente, i rituali del mondo scintillante e a forti contrasti della Moda, ne fanno un’autentica pittrice. Ma c’è dell’altro. Frequentatrice professionale del jet set dei defilé internazionali come del loro backstage, questa artista non esita a ritirarsi negli anfratti azzurri del Golfo dei Poeti, in Liguria, nei silenzi del bosco, a meditare, a concedersi lunghe passeggiate su cavalli da Dressage, la cui andatura, fiera ed elegante, compete con quella della più flessuosa delle top model. È ancora la Bellezza, la Sensualità, l’Erotismo, sulla scena o dietro le quinte, che Hella Kalkus intende rappresentare in tutte le loro pieghe, dalle più visibili alle più segrete, dalle più seducenti a quelle venate di malinconia. Trascorre la sua estate, prese le distanze dalla metropoli milanese, a ripensare il suo mondo in pittura, insieme ad un gruppo di artisti tedeschi che, ogni anno, si riuniscono in Piemonte per un’Accademia estiva, di scambio, confronto, crescita collettiva. Ma qual è la sua idea di Bellezza? C’è quella glamour delle riviste patinate, delle modelle in posa e dei cataloghi firmati, che è funzionale ad un’icona, decisa da un mercato, dal gusto del tempo, ma anche dal cinema, dalla televisione, dai mass media, da tutto il mondo cangiante che ruota intorno a questo fenomeno di massa: una Bellezza che fa sognare il pubblico femminile e maschile, adolescenziale e maturo, fino all’estate successiva, per scivolare, dopo tanto battage pubblicitario, tanti lustrini di Testimonial d’eccezione, nel silenzio, cedendo presto alla corsa inarrestabile verso una nuova immagine, talvolta verso una nostalgica contaminazione vintage. C’è per lei anche un’altra Bellezza, intramontabile: quella che risponde, sul duplice versante dello stilema estetico e del percorso di conoscenza, alla ricerca di sé, attraverso l’identità, chiaroscurata, dell’altro, come in un gioco di specchi, di riflessi e riconoscimenti. Come sarebbe possibile – dichiara Hella Kalkus – continuare a desiderare ciò che già hai? La pittura non è per me un modo per trovare delle risposte, ma un modo per non cessare di pormi delle domande. Restare curioso, senza presumere di sapere, può cambiare una prospettiva di scenario, può mantenere viva l’avventura del cammino. La tela è per me quel luogo senza confini in cui puoi esplorare superficie e profondità dell’io, intimità e mondo esterno, realtà e sogno. In pittura i suoi referenti storici, soprattutto nel ritratto, sono il Classico, il Fiammingo, il Fiorentino Rinascimentale; quelli contemporanei sono, tra gli altri, i due sorprendenti artisti belgi Luc Tuymans e Michaël Borremans, dall’immaginario diversamente visionario. La pittura di Hella Kalkus è di impressioni veloci, una pittura che non perde profondità nella leggerezza del tocco, di segno ora fluidamente espressionista ora magicamente realista. Si tratta di dipinti a olio, di medie o grandi dimensioni, su cui l’artista proietta scenari di vissuto, tensioni e abbandoni, gioie o psicodrammi del backstage. Con un taglio decisamente fotografico, riprende le gambe degli habitués delle sfilate di moda, la calca dei fotoreporter, in attesa di scattare, a raffica, i loro flash sulla passerella, l’avanzare di una nuvola di modelle nude, pallide ed evanescenti come le creature dei racconti di Edgar Allan Poe. Una tavolozza la sua di luci e ombre, di mezzi toni, di bianchi e neri con pochi tocchi di ocra dorata e bruciata; qua e là un giallo, un azzurro, un verde petrolio, un colore incarnato, accendono, discretamente, la scena. Fatto di colpi di flash, quasi accecanti, di zone buie, il suo luminismo, ritrattistica esclusa, si esaspera al punto da cancellare quasi totalmente la fisionomia, i dettagli del volto, del corpo, dell’abbigliamento. Questa artista ama le simmetrie, i ritratti, il nudo e, come nel cinema, il mezzo primo piano e il piano americano. La Moda, nel racconto verbale di Hella Kalkus, come Fashion Correspondent and Stylist, diventa parola scritta, descrizione brillante di dettagli, mentre sulla tela, come annoterebbe Roland Barthes nella sua Analisi strutturale del Sistema della Moda, nei giornali femminili, diventa forma, linea, superficie, colore, immagine.

Viana Conti

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